Menù Vegetariano
Per chi non ama carne e pesce
Tutti noi siamo a conoscenza del termine vegetariano e cioè “ciò che è esclusivamente di origine vegetale”. Bene, la Sicilia è anche questo. Le sue mille e più sfaccettature fanno sì che anche la sua cucina, come i suoi paesaggi, possa essere varia e adattabile ad ogni esigenza di palato.
In questa occasione abbiamo cercato di accontentare coloro che non amano, o non prediligono, la carne ed il pesce. È così che nasce il nostro Menu Vegetus o Vegetariano.
Antipasto: Caponata. Prelibatezza indimenticabile
Come ogni buon menu che si rispetti, è opportuno dare inizio alle danze con l’hors – d’œuvre o appetizer o semplicemente Antipasto che, letteralmente, sta per “prima del pasto”.
Già ai tempi dei Romani vigeva l’uso di anticipare i pasti con portate, di verdure ed insalate, che stuzzicavano l’appetito in modo da preparare lo stomaco ad accogliere le portate più elaborate che seguivano.
Bene, l’antipasto vegetariano, nonché siciliano, che proponiamo qui è la magica Caponata che altro non è che un’esplosione di dolcezza e semplicità di sapori. Infatti, basta avere in casa le regine del piatto, ossia le melanzane (che vengono fritte a tocchetti), la cipolla, il sedano, una manciata di capperi di Pantelleria, olive verdi, concentrato di pomodoro, zucchero, aceto, olio d’oliva e basilico ed il gioco è fatto.
Una prelibatezza semplice ma indimenticabile. E pensare che la caponata come oggi la conosciamo, e per la quale esistono più varianti con l’aggiunta anche di altre verdure quali i peperoni, è la versione popolare di quella che in origine prevedeva, tra gli ingredienti, il pesce (da qui il nome Caponata, appunto, da Capone) e che arricchiva le tavole delle famiglie aristocratiche siciliane.
Primo: Pasta alla Norma, grande Opera
Proseguendo col nostro pasto immaginario, il primo piatto di questo menu vede come protagoniste
sempre le melanzane. Signore e Signori vi presentiamo la Pasta alla Norma, pasta (solitamente di formato corto) condita con salsa di pomodoro ed arricchita con melanzane fritte, ricotta salata grattugiata e basilico fresco che da il tocco finale.
Questo piatto, oramai diffuso in tutta l’Isola, sembra essere nato nella città di Catania. Si narra che il nome venne coniato dal commediografo catanese Nino Martoglio che, assaggiando un piatto di pasta condito in tal modo esclamò: “Chista è ‘na vera Norma!” facendo riferimento all’Opera omonima di Vincenzo Bellini, grande compositore altrettanto catanese.
Secondo: Parmigiana di Melanzane e Cavolfiore affogato
Il nostro secondo piatto, anzi i nostri secondi piatti perché ne andiamo a proporre due sono la Parmigiana di melanzane ed il Cavolfiore affogato o “Bastaddu affucatu”.
Per quanto riguarda la parmigiana, la cui origine noi siciliani difendiamo a spada tratta, deriva il suo nome dalla parmiciana, ossia la persiana. Infatti, così come la persiana si compone da più bacchette di legno sovrapposte anche la nostra parmigiana si compone da più strati di melanzane fritte intervallati da sugo di pomodoro e pecorino grattugiato; il tutto, poi, passato a gratinare in forno. Il cavolfiore o “Bastaddu affucatu” (in dialetto catanese) è un piatto molto versatile che può limitarsi ad essere semplicemente contorno o unico secondo piatto, ma anche condimento per la pasta.
Analizzando il suo nome, “Bastaddu” perché i fiori di tale ortaggio erano originariamente confusi con quelli del broccolo, da qui l’appellativo “bastardo, appartenente ad un’altra famiglia”. “Affucatu” perché nella cottura viene aggiunto (oltre alle acciughe, cipolla e pecorino) il vino che “affoga, annega” il cavolfiore.
E per finire, le Cassatelle di Agira
Concludiamo con delle deliziose Cassatelle di Agira che nonostante il nome non c’entrano nulla con la Cassata tradizionale. Infatti trattasi di buonissime mezzelune in pastafrolla, spolverizzate con zucchero a velo e con un ripieno di cacao e mandorle tostate.
Nate nel comune ennese di Agira, le cassatelle non avevano originariamente questa forma ed erano ripiene di ricotta. L’influenza spagnola dei Borboni (che dal XV secolo hanno dominato la Sicilia per 300 anni) ha contribuito all’aggiunta di ingredienti più “signorili e nobili” quali cacao e mandorle.
Ed ecco qui la Cassatella così come la conosciamo e di cui, ai giorni nostri, abbiamo tantissime varianti quali pistacchio, nocciola e chi più ne ha più ne metta.