Caltanissetta
Dal Castello di Pietrarossa ai Moncada
“… Oggi finalmente possiamo dire d’aver avuto una dimostrazione concreta del perché la Sicilia si sia conquistata il titolo onorifico di granaio d’Italia.
A qualche distanza oltre Girgenti entrammo nelle zone di terre fertili: non vaste pianure, ma un dolce susseguirsi di dossi montani e collinosi, tutti coltivati a frumento e ad orzo; è una massa di fecondità ininterrotta quella che si presenta all’occhio …”
“… Dopo aver cavalcato a lungo sotto un sole cocente, attraverso questa deserta opulenza, fummo lieti di giungere finalmente alla pittoresca e ben costruita Caltanissetta …”
(J.W.Goethe , Viaggio in Italia 1787)
Il Castello delle Donne
Situata nel cuore della Sicilia, Caltanissetta e tutta la sua provincia fu, sin dai tempi più remoti, attraversata e segnata da varie civiltà, come la gran parte dell’Isola.
Proprio per la sua posizione strategica, la provincia di Caltanissetta, dal punto di vista geografico, può essere “divisa” in due: la parte settentrionale, caratterizzata da dolci rilievi, e la parte meridionale che si affaccia sul mar Mediterraneo. Il tutto in maniera molto armoniosa.
Caltanissetta vanta una storia molto antica. Abitata sin dal Neolitico (come dimostrano i vari insediamenti rinvenuti nel corso degli anni), ebbe grande rilievo all’epoca della colonizzazione greca segnata dalla potenza di Gela (una delle città più antiche dell’intera Sicilia e fondatrice di Akragas, l’odierna Agrigento).
Il suo attuale nome sembrerebbe derivare dall’arabo Qal’atan-nisah, castello delle donne, alludendo al fatto che il “Castello di Pietrarossa” (antica fortezza, dalle torri in mattoni rossi, costruita su una rocca che, a picco, domina tutta la vallata sottostante) veniva abitato solo da donne in alcuni periodi dell’anno.
Cacciati gli Arabi, nel 1086, fu la volta di Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi (sotto i quali divenne Contea), Castigliani, Austriaci ed infine dei Borboni dal 1700.
Solo nel 1818 Caltanissetta divenne Capoluogo di Provincia.
Nel periodo borbonico, le miniere di zolfo e il relativo minerale che se ne estraeva, rappresentano la principale risorsa economica di tutta la provincia (basti pensare che, nel 1834, delle 196 zolfare che erano concentrate nella parte centrale della Sicilia, ben 88 si trovavano nel territorio nisseno), rappresentando questo minerale, per anni, la principale risorsa economica della provincia intera.
Ad oggi Caltanissetta si presenta come una provincia che ha conosciuto uno sviluppo non solo demografico, ma soprattutto culturale grazie alla nascita di strutture architettoniche (religiose e civili in buona parte barocche) e alla presenza di opere di artisti quali Paladini, Borremans, Serpotta.