Tra i porti pescherecci più prestigiosi
Una delle più importanti città della provincia di Trapani è Mazara del Vallo, sede del porto peschereccio più prestigioso d’Italia e secondo in Europa. Mazara, riconosciuta nel 2010 dall’Assessorato Regionale alle Attività Produttive come “città d’arte”, deve ai fenici il merito della sua fondazione e trasformazione in porto commerciale. Pur avendo subito l’influenza di diverse dominazioni, come del resto tutta la nostra Isola, a Mazara l’elemento dominante è quello arabo come si può notare passeggiando tra vicoletti e viuzze del centro storico.
Pur essendo la zona portuale quella più frequentata, è allontanandosi dal porto che è possibile godere delle bellezze storiche della città. Addentrandosi è possibile giungere alla piazza principale, Piazza della Repubblica, e a Piazza Plebiscito dove si trova il Museo del Satiro, ospitato nell’ex chiesa di Sant’Egidio. Ed è proprio dentro tale Museo che è custodito uno dei tesori più importanti provenienti dal mare: la statua del Satiro Danzante.
La possente statua greca e il ritrovamento
Secondo la mitologia greca, il satiro era una figura maschile che personificava la fertilità e le forze della natura. Erano rappresentati come divinità minori aventi caratteristiche umane unite ad elementi caprini (corna, coda, zampe), dediti al vino, alla musica ed alla danza. Insieme alle Ninfe, i Satiri facevano parte del corteo di Dionisio, dio del vino e dell’estasi.
Il Satiro Danzante, possente statua in bronzo di Mazara alta circa 2 metri e pesante 96 kg, è secondo gli studiosi, databile alla fine del IV sec. a.C quale opera dello scultore greco Prassitele.
Il ritrovamento del Satiro Danzante risale al 1998 quando, durante una battuta di pesca, il peschereccio “Capitan Ciccio” comandato dal capitano Francesco Adregna la trovò casualmente al largo del Canale di Sicilia.
Il satiro ritrovato è raffigurato in una meravigliosa posizione “danzante” con una gamba all’insù e le braccia distese con le mani che, in origine, dovevano impugnare i due simboli del culto dionisiaco: il tirso, bastone sacro sormontato da una pigna, ed il kantharos, calice per il vino. I riccioli fluttuanti, la bocca socchiusa e l’espressione del viso, data soprattutto dagli occhi in vetro colorato, ancora ben conservati, sono quelle che più affascinano chiunque l’osserva.
Altre opere del Museo
Il Satiro Danzante, solo dal 2003, si trova al Museo del Satiro che, oltre alla vigorosa statua, espone vari reperti di epoca ellenistica, punica, romana e medievale. Esso, però, è conosciuto in tutto il mondo perché già esposto nei più importanti musei; basti pensare al Museo del Louvre di Parigi o al Museo Nazionale di Tokyo.